Ar Grottino der Traslocatore

E’ un posto per palati forti, però vale la pena fare un salto in questa ex-cantina seminterrata per respirare una simpatica aria di casa e fare incetta di sapori romani. Camerieri solerti ti servono sulle tovaglie di carta pasta e fagioli, fettuccine al sugo di coda, ravioli pomodoro e basilico, animelle di vitello, polpette al sugo.

Dal 1967 …semplicemente marito e moglie. Lui impegnato come fotoincisore provetto in arte litografica, tra le tante cose dava vita alle prime litografie dell fumetto Topolino.Lei lavorava lana ed era conosciuta in tutta garbatella per bontà e disponibilità, sempre pronta ad aiutare chi ne avesse bisogno e conosciuta come Marisa (donna venuta dal mare) proprio per aver salvato la vita a svariati bagnanti.

Decisero di cambiare la loro vita mettendosi in proprio, così da assicurare un futuro al loro unico figlio e magari anche a dei nipoti. Così in quel 1967 scesero per la prima volta quei gradini che portarono luce in quell’antica grotta a volta romana, abbandonata nel tempo a polvere e buio.

Scavata nel tufo dai ragazzi del dopoguerra dei 5 villini prototipi del lotto 11 (case popolari), per ricavarne un laboratorio di costruzione vasi a soli 20 metri dalla loro casa nativa, così da fare la famosa “casa e bottega” e fecero entrare quella luce che posò sin da subito le solide basi der Grottino.

Inizialmente l’attività principale era la mescita di Vino e Olio “VinieOli” direttamente dai Castelli Romani, poi come erano soliti dire “un bicchiere a tavolino nun se nega a nessuno”, così iniziarono a comparire i primi tavoli e le prime sedie, i quali rifocillavano i lavoratori di Garbatella.

E mo’ “i scopini” e mo’ “li mercati generali” e mo’ “dall’Ammazzatora” (er mattatoio de Roma), fra fragole e broccoletti, capoccioni e pajata, ecco crearsi la prima clientela der Grottino tra cui ne ricorda il più anziano, un signore chiamato “er Pineto” il quale a più di 90 anni leggeva e componeva poesie senza occhiali… E mo’ Scarponcino e poi er fijo Poppariello, eccote i pescatori de rane detti “i ranocchiari”, così in poco tempo il grottino divenne il principale punto di ritrovo sociale del quartiere.

E una volta scoperta la cucina di Marisa, dalle cui mani d’oro venivano preparate deliziose pietanze della Tradizione Romana, il Grottino si trasformò automaticamente in osteria, offrendo ai suoi commensali una cucina casareccia in tutto e per tutto dove al posto del Menu si dava lo “scomodo”, senza poi dimenticare i famosi “fagottari”, coloro che giungevano per consumare il vino di Lanuvio portandosi “er fagotto” da casa (cibi pronti da consumare). Andarono avanti così per quasi 30 anni, poi dopo una vita di sacrifici arrivò il momento di ritirarsi e lasciar posto a Lui “er Traslocatore”, il loro unico figlio che per 18 anni aveva girato in lungo e in largo tutta l’Italia e non solo, traslocando intere case e portando su e giù per le scale quintali di mobilia una volta sceso dal camion, Franco trasformò il vecchio Grottino come lo si vede oggi e da buon camionaro cuciniere, una volta entrato in cucina mostrò immediatamente di essere un degno successore della madre, preparando con passione e dedizione tutti i piatti della Tradizionale Cucina Romana e così divenne:”Ar Grottino der Traslocatore”

Ed è sempre lì dentro er Traslocatore tra pentoloni di Coda alla Vaccinara e Trippa alla Romana, sempre attento che tutto sia preparato a puntino offrendo ai suoi commensali un momento di storia e tradizione Romana unito a familiarità, bontà e genuinità.

Insegnando quest’arte alle figlie, oggi anche loro presenti in cucina a seguire papà Franco, con la speranza che il Grottino continui a tramandarsi di generazione in generazione mantenendo alti gli stessi valori di sempre!