Tor Pignattara

Il Cinema

Il cinema All’inizio degli anni 50 c’era solo il cinema Platino, il parrocchiale di S. Felice e un’arena estiva. In seguito se ne aggiunsero altri, più grandi e moderni (il California, il Broadway e un altro un po’ fuori). Ed erano molto frequentati, tutti i giorni. Alcuni avevano messo dei televisori e, quando c’erano trasmissioni molto seguite, interrompevano il film.

I film che andavano di più erano (in ordine di “successo”, almeno da quello che ricordo)

– commedie sentimentali come “Pane, amore e fantasia” con De Sica e la Lollobrigida o “Poveri ma belli” con Maurizio Arena e Renato Salvatori

– italiani comici, con Totò, Sordi o Rascel o”sandaloni” come venivano chiamati i film storici ambientati nell’antica Roma, quasi sempre americani, spesso co-prodotti in Italia owestern, con John Wayne o Gary Cooper

– commedie, “filmoni” e musical americani

– drammi neo-realisti

– film “duri” americani (quelli che io preferivo, insieme ai western e alla fantascienza), con Humphrey Bogart o Spencer Tracy

– film di guerra

– film di fantascienza e, più raramente, horror.

Ogni tanto poi mio padre mi portava ai cinema con l’avanspettacolo (per esempio all’Ambra Jovinelli), dove prima del film c’era uno spettacolino comico, spesso sbeffeggiato dal pubblico, e le ballerine, che oltre che sul palcoscenico, si esibivano sulla passerella che si insinuava nella sala. Ricordo queste gambone nude e conturbanti che roteavano proprio sopra dove ero seduto.

Al cinema tutti fumavano. Anzi certi giovani ci andavano per fumare. Il risultato era che ogni volta mi scoppiava il mal di testa.

Il tizio che passava nell’intervallo con la cassettina delle cose da mangiare, vendeva bruscolini, fusaje (i lupini) e mostaccioli; d’estate anche i cremini e le “bomboniere”. Al parrocchiale c’erano anche le rosette con la mortadella o la marmellata