La Balduina

L’1 giugno 1957, ultimo giorno di scuola della mia terza elementare, lasciammo Centocelle per la nuova casa alla Balduina, o, come allora ancora si diceva, a Monte Mario.

Io e mio padre prendemmo il tram, che avevano appena messo, da piazza dei Gerani. La linea era nuova, le carrozze erano vecchissime, probabilmente degli anni 20. Centocelle era ormai arrivata alla Prenestina, e il nuovo tram aveva il capolinea da quel lato.

Il giorno dopo ci svegliammo col rumore degli aerei militari in formazione a bassa quota che andavano ad esibirsi alla festa della repubblica ai fori imperiali.

Mentre Centocelle era quasi completamente urbanizzata, la Balduina era ancora agli inizi. Via della Balduina arrivava praticamente “alle palme” (ora di palme ne è sopravvissuta solo una), dopo di che diventava un fangoso viottolo di campagna. Lì c’era il deposito di un carbonaio e una fattoria dove si potevano comprare le uova fresche.

In autunno e inverno greggi di pecore transumanti brucavano negli appezzamenti già lottizzati ma non ancora costruiti.

La caratteristica della zona era l’antenna della televisione, che a me sembrava la Torre Eiffel, e l’osservatorio astronomico con la torre solare (che fu distrutta da un incendio qualche anno dopo e poi ricostruita).

La nuova scuola era la “Giacomo Leopardi”, una scuola “all’aperto”, in una posizione incantevole col panorama di tutta Roma, “mista”, cioè con classi di ambo i sessi, tutti in grembiulino bianco (chissà come mi avrebbero sfottuto i miei vecchi compagnetti della “Fausto Cecconi” per questa mise così effeminata), con insegnanti che non davano le bacchettate sulle mani.

Ci misi un po’ a capire quanto fosse diversa la nuova zona. Forse prima o poi te ne parlerò, ma probabilmente sarà meno interessante di Centocelle.

Mio padre, prima di andare ad abitare a Torpignattara, abitava vicino piazza Bologna. Se fosse rimasto in quella zona, sarei stato lo stesso ? Non credo. Chi mi conosce, forse lo capisce.

Ora le borgate, o almeno quelle borgate, non esistono più, integrate come quartieri, neanche tanto periferici, nella Roma di oggi. E non esiste più neanche la vecchia Roma “del centro” di cui ho parlato. A parte che nel cuore di qualcuno sempre più vecchio.

Si è formata una nuova identità romana, sicuramente più unitaria, ma molto, molto diversa.