Villa Giulia

Considerata nella metà dell’Ottocento “l’ottava meraviglia del mondo”, fu costruita tra il 1551 ed il 1553 come residenza di campagna di papa Giulio III (1550-55) che la volle al di là del Tevere, dove poteva arrivare in barca per passare almeno una volta a settimana un giorno di riposo. Era composta da tre vigne: “Vigna Vecchia” quella che faceva capo all’edificio oggi detto “Palazzina di Pio IV” che si può vedere sulla via Flaminia. C’era poi “Vigna del Porto”, ormai scomparsa, che arrivava alla riva del fiume. La terza, “Vigna del Monte”, o “Vigna di papa Giulio”, è quello che oggi chiamiamo palazzo di Villa Giulia, a due piani con un portale decorato da colonne doriche e una loggia dell'Ammannati. Il complesso include anche un ninfeo scenografico creato da Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati.

Con la morte di Giulio III nel 1555 ebbe inizio il decadimento e la spoliazione di questo splendido complesso. Dopo soli due anni, dopo la morte del fratello ed erede Baldovino del Monte, Papa Paolo IV rivendicò la proprietà alla Santa Sede e l'acquisizione con i mezzi della Camera Apostolica. L’edifico principale così fu successivamente utilizzato per accogliere sovrani che facevano ingresso a Roma.

Nel 1870 l’edificio venne acquisito dal Regno d’Italia e destinato ad area museale per l'esposizione di reperti ancitchi risalenti all'epoca preromana fino a divenire quello che è oggi Museo Nazionale Etrusco riconosciuto come uno dei musei etruschi più importanti al mondo, ricco di capolavori come il Sarcofago degli Sposi, l’Apollo di Veio e numerosi reperti della famosa Raccolta Castellani di oreficeria antica.

Il Sarcofago degli Sposi, risalente al 530-520 a.C., raffigura una coppia di coniugi distesi su un letto con il busto sollevato frontalmente.

L'Apollo di Veio, databile al 510-500 a.C., decorava il tetto del Tempio di Portonaccio a Veio insieme ad altre statue.