Società de Magnaccioni
La realizzazione di questa antologia di racconti e saggi su usi e costumi dei Romani è nata dalla convinzione che il folklore che si è addensato in tutti i gesti della cosiddetta Società de Magnazzioni costituisce un valore identitario e culturale innegabile che ritorna a far perno ogni volta sulla tavola e il "raduno" intorno ad essa. La cultura enogastronomica si afferma quindi come uno dei primi baluardi della romanità e della comunità capitolina. Quello che mangiamo e beviamo, trattorie e taverne che frequentiamo raccontano la nostra storia e sono diventate ormai anche all'estero un icona di Roma e un modello di accoglienza e convivenza.
In questo contenitore, partendo da questi presupposti, raccogliamo saggi di cultura tra osterie e trattorie di Roma con lo scopo di guidare il visitatore nella scopertta di tratti meno conosciuti della nostra storia attraverso un chiave di lettura alternativa, quella dell'enogastronomia e delle convenzioni che intorno ad essa si sono consolidate e di cui testimoni sono i principali attori di questo palcoscenico: l'Oste, il Cuoco e i Camerieri.
L'idea originale che ispira questo progetto è quella della tavola come ambiente cruciale in cui si svolge la vita di un popolo che ha formato il proprio carattere attraverso eventi storici che hanno lasciato un importante eredità.
"Se c'entramo in 10 c'entramo anche in 11"
Questo antico detto romano fa già ben capire di cosa stiamo parlando... qual è l'idea di "convivio" che tutti i romani condividono e anche quale senso di appanenenza e compartecipazione essi sentono, il cum vivere, il viuere insieme. Riunirsi intorno una tavola, per mangiare, bere e solo bivaccare durante una partitella a carte, può sembrare un gestio quotidiano spontaneo ma è in realta un rito solenne che si perpetua rinnovando e rinforzando ogni giorno il legame culturale di questa comunità con la propria storia. Ogni caffe al bar, ogni festa, ogni appuntamento per consumare insieme qualcosa in una tavola calda ha una costante imprescindibile, l'interazione tra i partecipanti in cui si sublimano le relazioni.
Questo schema comportamentale conduce la società a sviluppare una convivialità e una condivisione che ha dato a scrittori, poeti e artisti di ogni genere una grande ispirazione per raccontare storie di un universo, quello della romanità, che qui passiamo al setaccio ripercorrendo il percorso all'incontrario, dalla tavola e la trattoria alle origini della nostra Storia.
Speriamo dunque di illuminare nuovi sentieri di ricerca e conoscenza dei fenomeni di costume nel modello sociale tradizionale Romano. Il "passaggio" tra osterie e ristori, vicoli e rioni, è in realtà un prestesto per raccogliere stradafacendo, in questi luoghi pittoreschi, la preziosa testimonianza degli Osti che solo possono raccontare particolari momenti storici della vita di strada e restano quindi gli ultimi custodi della storia.
Agustarello
Dante odiava il romanesco, più di quanto non odiasse quasi tutti gli altri volgari del tempo
Betto e Mary
Società de Magnaccioni